La scienza della croce secondo Paolo Manna  

«Per patire insieme con Lui (Cristo) io sopporto tutto, perché me ne dà la forza interiore Lui, che è diventato l’uomo perfetto». (Ignazio di Antiochia)

Il Beato padre Paolo Manna (1872-1952), Superiore Generale del PIME, è maestro di spiritualità missionaria per il suo Istituto e per la Chiesa. Dal suo libro Virtù Apostoliche ricaviamo alcune espressioni che ci aiuteranno alla vera assimilazione al mistero di Cristo.

“Il missionario non è niente se non impersona Gesù Cristo. Solo il missionario che lo copia fedelmente in se stesso può dire ai popoli con l’apostolo Paolo: – Siate miei imitatori come io lo sono di Cristo. Il missionario deve avere una vera passione per le anime. Ma come avrà questo amore se non è un uomo di orazione? –  Ogni zelo che non zampilla dal mistero della croce è effimero. (pagg. 16-18 ) 

Il crocifisso ci fece missionari, ed è il crocifisso ancora che deve nutrire in noi l’amore per i fratelli… Innamorati di Gesù Cristo, saremo grandi missionari. (pagg. 177-178 )

Non capisce la sua vocazione di missionario chi, accettando la parte attiva del suo ministero di insegnare, predicare, battezzare, non accetta anche la parte passiva di vittima per Gesù… Se vogliamo quindi essere cooperatori della redenzione, studiamoci, come tutti i grandi uomini apostolici, di vivere e offrirci crocifissi con nostro Signore Gesù Cristo. (pagg. 176-177)

Tra le privazioni e le fatiche di cui è intessuta la vita di missione, ci sono difficoltà ed angosce che conobbero anche gli apostoli, pene e angosce capaci di abbattere anche gli animi più forti e generosi, se non sono sostenuti dalla potente Grazia di Dio: la poca corrispondenza, l’ingratitudine, la solitudine e l’abbandono, i malintesi, la pochezza dei mezzi, le tentazioni… tutte difficoltà capaci di produrre tristezza e sfiducia. Chi potrà sostenerci in tali frangenti? Dio, solo Dio, se pregato con spirito di umiltà e di filiale, fiducioso abbandono. (pag. 22 )

Se tanti missionari hanno sofferto assai e soffrono tuttora, se alcuni hanno patito prigionia, fame, sete…se ci vediamo perseguitati, …. allora abbiamo buon diritto di sperare bene per l’avvenire delle nostre missioni…. è la filosofia dell’apostolato, questa è la politica di Dio”. (pagg. 142-143 )