Missionario profugo tra i profughi

 Bernardo Sartori, nato il 20 maggio 1897 a Falzé di Trevignano (Italia) e morto il 3 aprile 1983 a Ombaci (Uganda).  Frequentò il Seminario di Treviso fino alla Seconda Teologia e poi entrò tra i missionari Comboniani. Visse oltre 50 anni in Uganda.

Un religioso che è sempre rimasto legato alla sua comunità, alla diocesi e al Seminario di Treviso dove si era formato fino ai primi anni della Teologia”. Ora riconosciuto venerabile.

Lo scoppio della prima guerra mondiale lo vide con altri seminaristi sul fronte del Piave. Infatti l’11 marzo 1917 fu chiamato alle armi. Assegnato a 113° reggimento di Fanteria, 7ª compagnia, zona di guerra, alcuni mesi dopo fu trasferito alla 5ª Compagnia di Sanità dell’ospedale militare principale di Padova. Fu durante questo tempo di grandi sofferenze che avvertì la vocazione missionaria. Il 26 agosto 1919 fu congedato definitivamente e lo stesso anno rientrò in Seminario. Il 21 gennaio 1922, dopo aver lasciato il seminario con la benedizione del suo vescovo, Sartori vestì l’abito religioso a Venegono Superiore e il 21 gennaio 1923 emise i primi voti. Il 31 marzo 1923 viene ordinato sacerdote dal beato mons. Giacinto Longhin, vescovo di Treviso. Dal 1923 al 1927 è animatore propagandista a Venegono, Padova, Verona e Brescia. Nel 1927 si trasferisce a Troia (FG) come fondatore e superiore del seminario missionario. Era passato per quasi tutte le città e i paesi delle Puglie, destando ovunque entusiasmo con la sua predicazione. Il 30 maggio 1933 la chiesa di Troia viene consacrata da mons. Giovanni Antonio Farina col titolo di S. Maria Mediatrice di tutte le Grazie.  Alla Madonna, mediatrice di tutte le grazie, padre Bernardo affida tutta la sua opera, che produrrà frutti straordinari lungo il suo ministero.

Padre Bernardo partì per l’Uganda il 5 novembre 1934 con destinazione Arua. Qui vivrà quasi 50 anni di infaticabile e zelante ministero, condividendo la vita e le sofferenze del popolo: la seconda guerra mondiale con la fine del colonialismo e le tensioni per l’indipendenza; le sofferenze di tutti con la dittatura militare di Idi Amin Dada; negli ultimi anni la terribile esperienza della guerra civile con la caduta della dittatura, la “liberazione” dei tanzaniani e la successiva situazione d’insicurezza e di lotte intestine.

  1. Sartori fu partecipe fino alla fine delle vicende del suo popolo, vivendo da “profugo tra i profughi” quando nel 1979 seguì la sua gente in Zaire. Innumerevoli le opere di bene da lui compiute, in particolare nella missione dove edificò diverse chiese dedicate alla Madonna e contribuì allo sviluppo sociale della popolazione. Fino alla fine, rimase un punto di riferimento per tutti, una certezza per la popolazione sconvolta dagli avvenimenti e per i confratelli, tutti affascinati dalla sua fede e dal suo amore a Maria. Padre Bernardo passò alla vita eterna mentre adorava Cristo risorto, davanti al tabernacolo, il mattino di Pasqua del 1983.

La Chiesa di Treviso ha l’onore e la gioia di annoverare da oggi, tra i suoi santi e testimoni, padre Bernardo Sartori, vivo richiamo alla missione di coraggioso annuncio del Vangelo anche ai nostri giorni.