Camerun, elezioni disertate

Carissimi, dopo tre mesi di insegnamento nel seminario del Pime di Yaoundé (Camerun), sono ritornato a Sotto il Monte e continuo a tenervi vicino a Papa Giovanni. Le notizie dal Camerun non sono tutte buone.

Mons. Abraham Kome, presidente della Conferenza episcopale del Camerun, ha dichiarato ai giornalisti che le elezioni del 9 febbraio scorso si sono svolte in modo pacifico, ma quasi del tutto disertate. La percentuale dell’astensione in alcune città è stata del 70%. Questo dimostra che la legge del Codice elettorale deve essere cambiata. La Conferenza episcopale aveva inviato 262 osservatori in tutto il Paese. Di questi, 17 provenienti dalle regioni del Nord-Ovest e del Sud-Ovest non hanno potuto fare il loro lavoro a causa della mancanza di sicurezza e così numerosi cittadini non hanno esercitato il loro diritto civile.

Pochi giorni dopo le elezioni, nella notte dal 14 al 15 febbraio a Ngarbuh è avvenuto il massacro di 22 civili, in gran parte donne e bambini (tra cui 11 con meno di 5 anni). I ribelli secessionisti hanno accusato del massacro l’esercito, il quale ha smentito categoricamente.

Continua è l’insicurezza anche nel Nord del Paese a causa di improvvisi attacchi da parte di Boko Haram.

 

Il battesimo e il battistero a Yaoundé

In una città come Yaoundé, il battesimo è realtà vivente, continua, socializzante, nelle chiese cattoliche e protestanti. Ogni anno in tutte le parrocchie, centinaia di bambini e adulti di tutte le etnie del Camerun presenti nella capitale diventano cristiani. Assieme alla gioia di constatare la vitalità delle comunità, resta sempre presente l’attenzione sulla preparazione e sulla qualità dei battezzati. Il battesimo unifica anche il Paese, interiormente. È forse il momento più gioioso. Il momento da mantenere vivo in ogni catechesi e lungo tutto il cammino della vita.

Padre Mario Bortoletto, il fidei donum che ci ha lasciato una Catechesi contestualizzata e inculturata  nella cultura Ntumu, parlava spesso del battesimo per segnare il passo verso la vita nuova del cristiano. «Voi siete diventati figli di Dio. Da questo momento Dio vi guarda in modo nuovo. E’ la grande dignità che si deve conservare». È commovente leggere i suoi racconti, a partire da proverbi, che cristianizzano la cultura ntumu.

Ma qui in Camerun, con il battesimo ancora così vivo, che ne è del battistero? Ho voluto accertarmi. Con gioia l’ho visto nella chiesa di Akono, una delle prime chiese del Sud del Camerun. Erano presenti con me anche i seminaristi del nostro seminario filosofico, incantati nell’osservare un monumento che fa rivivere e sentire la vitalità dei primi cristiani battezzati. Ho visto poi il battistero accanto all’altare nella chiesa di Ntem-a-si, parrocchia servita dal Pime e consacrata nel giugno 2019 dall’arcivescovo Jean Mbarga; e quello custodito in un armadio-cofano nella nuova basilica di Mvolié. Niente nella cattedrale e nelle altre chiese visitate. Là dove pensavo di trovarlo, in un angolo vicino all’entrata delle chiese, vedevo scope, secchi e stracci per la pulizia della chiesa. Forse nelle sacristie c’è qualche bella vaschetta o qualcosa di simile…

Ho chiesto ad alcuni cristiani se c’era il battistero nella loro chiesa e non sapevano cosa fosse. Ho chiesto a tanti preti. Alcuni riconoscono un vuotoe cercheranno di interessarsene. Ma è importante avere un bel battistero? La passione di pensare al battistero accanto o dentro la chiesa mi è nata leggendo e ammirando le icone e le chiese prodotte in tutto il mondo dall’artista teologo Marco Rupnik e che consiglierei a tutti di conoscere.

Mentre parlavo del battistero con alcuni preti, ho avuto l’impressione di aver infastidito qualcuno, impegnato in tante cose. Forse metto il dito su qualche debolezza, ma sento la gioia di un missionario saveriano che sta costruendo la sua chiesa:« Grazie, padre Silvano, mi hai dato una bella idea!».