Maria Assunta in Cielo

Papa Giovanni scrive: «L’Assunta mi riconduce con tenerezza a Sotto il Monte, dove tanto mi piacque venerarla nelle sue due statue: quella vestita e de­votissima del Sanzi a Brusicco, nella chiesa del mio battesimo, come l’altra pur bella e vigorosa, della nuova parrocchiale, dello scultore Manzoni. Questa fu dono del caro parroco don Carlo Marinelli, uno dei sacerdoti più familiari e più benemeriti per la mia formazione ecclesiastica, e più caro ai miei ricordi riconoscenti.

Scrivo quel giorno fra i più lieti della mia vita, per me, per i parenti, per i benefattori, per tutti.

Perché ho ricordato tutto ciò? Perché anche da questo foglio sorga la voce di eccitamento a mantenermi fedele alle mie promesse, grato al Signore del bene che mi ha fatto; sorga perenne la protesta ‑ quando mancassi di fedeltà ‑ e tutto serva a farmi sacerdote, degno della mia dignità, e non indegno di Gesù a cui solo sia gloria.

Eccoci ad uno dei richiami più solenni e più cari della pietà religiosa. Il mio antecessore immediato, papa Pio XII, proclamò il dogma di fede, 1 nov. 1950. Io fui fra i fortunati che assistettero a quella cerimonia in piazza San Pietro, come nunzio di Francia. Nessuna ansietà da parte mia che sempre ammisi questa dottrina; anche se negli anni di Oriente i miei occhi non fossero richiamati che sulle immagini della dormitio B. Mariae sia in chiese di ri­to greco che di rito slavo».

 

 

 

A gonfie vele

L’associazione A gonfie vele di Piacenza organizza ogni anno una settimana della Mondialità, settimana educativa di convivenza di giovani. Quest’anno, il decimo dell’associazione, ho avuto la gioia di incontrare 15 giovani dell’Algeria venuti nella nostra abitazione di Sotto il Monte. Con loro c’erano un centinaio di giovani di Paesi, culture e religioni diversi, provenienti da tutti i continenti. Guidati da uno staff educativo, i giovani riflettono e lavorano su un tema, prevalentemente in lingua inglese, un topic sempre differente di anno in anno, tramite una divisione in gruppi e lo svolgimento di attività, giochi, laboratori e discussioni, per la crescita del singolo e del gruppo. Il progetto è apartitico e laico, permettendo così l’accoglienza di ogni genere di partecipazione. I giovani rientrati ad Algeri si inventano cose nuove: dal creare uno spettacolo che promuove il rispetto della donna e la libertà religiosa, fino a collaborare come educatori al progetto El Jisr (Il Ponte), il neonato ufficio interculturale del Pime aperto l’anno scorso. Una realtà meravigliosa.

Testimonianze

«Se un israeliano ed un palestinese possono sedersi vicini, in giovane età, e parlare di pace e delle vite delle persone in zone di guerra, possiamo sicuramente cominciare ad immaginare un meraviglioso domani».

«Molte persone di diversi contesti, diversi paesi, diverse religioni e con diverse visioni, si sono riunite in questo Oaese in Italia, ma con l’unica cosa in comune tra tutti che era la loro volontà di condividere amore, volontà di aprire i loro cuori ad ascoltare le storie di tutti. Non avrei mai immaginato di conoscere delle persone in una sola settimana e di amarle così tanto. Durante questa settimana abbiamo condiviso le nostre storie, abbiamo mostrato le cose belle delle nostre culture. Ma soprattutto, abbiamo semplicemente fatto tesoro del tempo passato insieme».

Nadeen (Palestina)

Addio a suor Anna Roncalli, nipote di Papa Giovanni

Il 13 luglio 2019, don Claudio Dolcini presiede i funerali di suora Anna Roncalli nella chiesa parrocchiale di Sotto il Monte. Missionaria in Africa, è morta a 96 anni. La chiesa è piena di parenti della suora e di Papa Giovanni e di fedeli e amici.

Leggiamo alcune frasi dell’omelia di don Claudio. «Nelle lettere di Angelo Giuseppe Roncalli ai suoi famigliari vi ritrovo il meglio dell’uomo, del prete, del cristiano Angelo Giuseppe Roncalli. Rileggevo ieri le lettere inviate dallo zio Vescovo alla nipote Anna, prima e dopo la professione religiosa. Una in particolare mi ha subito colpito, quella in cui, lo zio vescovo dà  una sintetica radiografia spirituale della nipote, prossima alla consacrazione; “Mia cara nipote Anna, (…) la tua (lettera) letterina mi dà viva soddisfazione, perché mi rivela la linea caratteristica della tua fisionomia spirituale, cioè: semplicità, decisione e generosità”.  (Parigi, 1 marzo 1949)

Il racconto della vita di suor Anna, rivela questi tratti di semplicità, decisione (l’amore per l’Africa) e generosità. Avrà fatto tanto bene, come del resto la fa ancora oggi anche a noi, leggere quelle parole così importanti per Giovanni XXIII, che l’allora nunzio a Parigi scrisse a suor Anna il 30 aprile 1949, tre giorni prima della sua professione religiosa: «Non ti ripeto quanto altre volte ti ho detto e scritto. La volontà del Signore è la nostra pace. Come è detto nel mio stemma episcopale: “Obbedienza e pace”.

Sempre nella medesima lettera, il futuro Papa notava come il giorno della professione religiosa (il 3 maggio) fosse allora la festa della Croce del Signore, e scrive: «Nella croce la nostra gioia e la nostra gloria, ora e sempre».

Il 20 gennaio 1952, a seguito della morte della cognata Ida (la mamma di suor Anna) avvenuta il 3 dicembre 1951, lo zio vescovo scrive a suor Anna, ormai già ad Asmara: «Mia cara suor Anna, (…) immagina se io non ho sofferto per la morte tragica della tua buona mamma. (…) Tu continua bene, con calma, con mitezza, con umiltà, con abbandono nel Signore. (…) Quando si è così perduti nel (Signore) non viene neppure in mente di curarci di noi stessi (…) Tutto è per lui, (…) tutto è veduto nella sua luce e nella sua carità».

Quanto il futuro Papa scrisse alla sua cara nipote vale anche per noi, sempre: vale quello sguardo verso il Cristo, verso la sua croce; così da interpretare anche le nostre di croci e di fatiche, come abitate da Dio, che non abbandona nessuno, che alza lo sguardo verso la resurrezione, verso un amore, quello del Signore, che dà speranza e consolazione.

Concluderei con le parole del Papa: “Per noi che abbiamo fede, cara suor Anna, la morte dei nostri cari non è che uno scomparire dai nostri occhi; momentaneo anche quello, col vantaggio che i defunti sono i nostri migliori protettori”.

Ci viene spontaneo pensarla così anche noi, come il nostro grande santo: che anche suor Anna, che al Signore chiediamo l’accolga oggi in cielo, si aggiunga alla schiera dei santi e dei beati, quelli più popolari e quelli domestici, nel sostenere la fede, la speranza e la carità di ognuno di noi, perché anche noi viviamo con generosità e semplicità di cuore.