Leggiamo nell’Enciclica Laudato Si’ a pag. 182: «L’universo si sviluppa in Dio, che lo riempie tutto. Quindi c’è un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero. L’ideale non è solo passare dall’esteriorità all’interiorità per scoprire l’azione di Dio nell’anima, ma anche arrivare a incontrarlo in tutte le cose, come insegnava san Bonaventura: “La contemplazione è tanto più elevata quanto più l’uomo sente in sé l’effetto della grazia divina o quanto più sa riconoscere Dio nelle altre creature”.
San Giovanni della Croce insegnava che tutto quanto c’è di buono nelle cose e nelle espe¬rienze del mondo “si trova eminentemente in Dio in maniera infinita o, per dire meglio, Egli è ognuna di queste grandezze che si predicano”. Non è perché le cose limitate del mondo siano realmente divine, ma perché il mistico sperimenta l’intimo legame che c’è tra Dio e tutti gli esseri, e così “sente che Dio è per lui tutte le cose”. Se ammira la grandezza di una montagna, non può separare questo da Dio, e percepisce che tale ammirazione interiore che egli vive deve de¬positarsi nel Signore: “Le montagne hanno delle cime, sono alte, imponenti, belle, graziose, fio¬rite e odorose. Come quelle montagne è l’Amato per me. Le valli solitarie sono quiete, amene, fresche, ombrose, ricche di dolci acque. Per la varietà dei loro alberi e per il soave canto degli uccelli ricreano e dilettano grandemente il senso e nella loro solitudine e nel loro silenzio offrono refrigerio e riposo: queste valli è il mio Amato per me”».
Un maestro spirituale, Ali Al-Khawwas (musulmano), a partire dalla sua esperienza, sottolineava la necessità di non separare troppo le creature del mondo dall’esperienza di Dio nell’interiorità. Diceva: «Non occorre criticare a priori coloro che cercano l’estasi nella musica o nella poesia. C’è un segreto sottile in ognuno dei movimenti e dei suoni di questo mondo. Gli iniziati arrivano a captare quello che dicono il vento che soffia, gli alberi che si flettono, l’acqua che scorre, le mosche che ronzano, le porte che cigolano, il canto degli uccelli, il suono delle corde o dei flauti, il sospiro dei malati, il gemito degli afflitti…».
Archivio mensile:Giugno 2015
Parlaci di Gesù
Due ragazze e un loro amico suonano alla porta. «Desideriamo vedere dove preghi e vogliamo sapere chi sono i cristiani. E chi è Gesù?».
Li faccio entrare e mi sento tranquillo anche perché c’è già con me un giovane che da anni mi frequenta per motivi di studio e può aiutarmi nella conversazione in arabo. Sono cosciente di non dover fare proselitismo e che c’è il rischio di essere messo alla prova. Giovani e adulti mi frequentano perché le loro famiglie hanno conosciuto i Padri Bianchi e le Piccole Sorelle e sanno bene che non hanno mai fatto qualcosa per cambiare la loro fede, anzi li hanno aiutati a essere fedeli alla loro vita di credenti musulmani. L’amicizia è sempre stata vissuta nel rispetto e nell’aiuto reciproco. Mi premuro subito che capiscano bene che possiamo parlare e che posso rispondere alle loro domande, perché è bello conoscere anche gli appartenenti ad altre religioni ed è un arricchimento aprirsi, incontrare, approfondire.
Certo la conversazione e il dialogo devono camminare nel rispetto reciproco e nella prudenza senza pretendere di approfittare di queste situazioni per convincere e mettere in crisi. E sempre dico che non è facile capire bene la profondità delle verità e dei valori di una religione diversa dalla propria. Ma si può anche stare insieme nella convinzione che ci sono dei valori in ognuna ed è possibile comunicarseli.
Le domande sono sempre le stesse: «Voi pregate? Voi credete in un solo Dio? Perché dite Padre, Figlio e Spirito Santo? E Gesù è veramente morto sulla croce e perché? Perché non ti sposi e non hai una famiglia?».
Non è facile rispondere, spiegare, far capire… È necessario creare subito un clima comune di fiducia. Si è spesso su terreni diversi, ma è certo che l’islam ha una grande idea di Isa (Gesù) e di Myriam (mamma di Gesù), l’unica donna chiamata per nome nel Corano.
Mi è piaciuta la frase di una ragazza : «In Internet troviamo tutto, ma è più bello sentire certe cose direttamente da un cristiano». Queste parole le sento in me, vive e profonde. Mi dicono gioia di incontro. Che cosa ha sentito quella ragazza? E io ho la coscienza piena di essere cristiano?