Algeria, Tunisia, Marocco, Egitto, Libia, e… Italia, Spagna, Grecia. Tutti uniti attorno a un tavolo per definire i valori della pace da vivere e da rispettare. Forse a Ippona (Algeria) o a Cartagine (Tunisia). È solo un sogno?
Papa Francesco ha detto a Strasburgo: «La coscienza della propria identità è indispensabile nei rapporti con gli altri Paesi vicini, particolarmente con quelli che si affacciano sul Mediterraneo, molti dei quali soffrono a causa di conflitti interni e per la pressione del fondamentalismo religioso e del terrorismo internazionale». L’Europa può e deve quindi far nascere l’Unione Mediterranea.
Già nell’ottobre del 1958, Giorgio La Pira, all’apertura del Primo Colloquio Mediterraneo, aveva detto: «Ecco la vocazione e la missione che la Provvidenza ha assegnato nel passato, assegna nel presente e, in un certo senso, assegnerà nell’avvenire (se noi le restiamo fedeli) ai popoli e alle nazioni che vivono sulle rive di questo misterioso lago di Tiberiade allargato che è il Mediterraneo.
Questa vocazione o questa missione storica comune consiste nel fatto che i nostri popoli e le nostre nazioni sono portatori di una civiltà che, grazie alla incorruttibilità e alla universalità dei suoi componenti essenziali, costituisce un messaggio di verità, d’ordine e di bene, valido per tutti i tempi, per tutti i popoli e per tutte le nazioni».
E aveva elencato: «1. La componente religiosa della rivelazione divina. Il Tempio, la cattedrale e la moschea costituiscono precisamente l’asse attorno al quale si costruiscono i popoli, le nazioni e le civiltà che coprono l’intero spazio di Abramo. 2. La componente metafisica elaborata dai Greci e dagli Arabi. 3. La componente giuridica e politica elaborata dai romani».
Ancora La Pira: «Come rispondere fedelmente a questa suprema vocazione comune?
La risposta è evidente: la pace, l’amicizia, la solidarietà reciproche fra questi popoli e queste nazioni. La pace, l’amicizia e la solidarietà fra Israele e Ismaele; la pace, l’amicizia e la solidarietà fra i popoli prima colonizzati e quelli prima colonizzatori; la pace, l’amicizia e la solidarietà fra tutte le nazioni cristiane, arabe e la nazione di Israele.
Questa pace del Mediterraneo sarà inoltre come l’inizio e il fondamento della pace fra tutte le nazioni del mondo. Quando questa pace del Mediterraneo sarà fatta e quando sarà fatta la pace fra tutte le nazioni, allora noi potremo ricordarci con gioia i divini messaggi di pace che sono risuonati su queste stesse rive».
Il card Tonini al V Colloquio mediterraneo del 2003 a Palermo disse: «Il Mediterraneo è probabilmente la parte più sapienziale del mondo, e la sua storia scorre in questa direzione».
E il cardinale Angelo Scola: «Parlare del Maghreb, della sua storia cristiana (intrisa di santità e di martirio, oltre che di teologia e di magistero) del suo passato e presente islamico, risulta di scottante attualità di questi tempi in cui avvenimenti politici e toccanti hanno riportato quella terra al centro della nostra attenzione».
Leggo in Internet: Piombino, le acciaierie Lucchini agli algerini di Cevital. Il commissario Nardi: «È l’offerta più vantaggiosa per creditori e lavoratori». Così centinaia di italiani e di algerini potranno continuare a lavorare insieme. L’Unione Mediterranea cammina anche sui binari di equi contratti per tutti.