Jean-Paul Vesco, vescovo d’Oran, spiega: «Le bande islamiste che hanno agito sono presenti in una molto piccola parte del territorio algerino. Siamo di fronte a dei barbari e questa notizia provoca una grande tristezza. Si tratta di una specie di barbarie nella quale i musulmani non si riconoscono. Non dobbiamo immaginare che l’Algeria si trovi in situazione di guerra. Non è affatto un ritorno agli anni neri di vent’anni fa.
Le bande islamiste che hanno agito sono presenti in una zona di territorio, dove avvengono regolarmente rapimenti a scopo di riscatto.
In questo caso, sono convinto che si tratti di un rapimento di “opportunità” e non di un rapimento preparato da lunga data nei confronti di un francese. La regione è poco estesa e l’esercito si è impegnato in modo considerevole. L’organizzazione dello Stato Islamico non ha ramificazioni in Algeria ed è falso pensare che la minaccia sia permanente. Per esempio, le misure di protezione non sono aumentate all’episcopio o nei miei confronti. E siamo coscienti che non si tratta di ostilità contro i cristiani. Nei giorni scorsi, mentre ero in Francia, sentivo una psicosi più forte che qui oggi, e non viviamo sotto minaccia».