Il dialogo spirituale è possibile

Il vescovo di Costantine, Paul Desfarges, scrive nella sua lettera pastorale: «In un momento tentato dalla violenza interreligiosa, all’interno di una tensione tra l’islam e l’Occidente, la nostra Chiesa d’Algeria è portatrice di una testimonianza non di tolleranza o di semplice coesistenza tra cristiani e musulmani, ma di incontro spirituale che va fino all’ammirazione della fede dell’altro, come si vede in Gesù meravigliato della fede del Centurione o della Cananea.
Aggiungo un’esperienza personale. Un giorno è venuta da me una persona che attraversava un momento difficile e che voleva confidarsi: “In mezzo alle difficoltà mi capita di vivere momenti di calma e di pace profonda. A volte si tratta di un movimento interiore, una spinta in avanti e, oso dire, di una presenza…”. Questa persona musulmana mi domandava come fosse possibile raggiungere tale vita interiore di cui era la prima a sorprendersi.
Così, in questi incontri di umanità, la grazia è fatta a molti, nella nostra Chiesa, di avvicinarci a quanto Jean Mohamed Abd-el-jalil definiva col titolo del suo libro: Aspetti interiori dell’islam. Lui stesso originario di una famiglia musulmana, non si stancò di aiutare i suoi nuovi fratelli cristiani a conoscere meglio l’islam nella sua dimensione spirituale. Questa grazia noi la viviamo oggi in un contesto in cui correnti radicali stanno guadagnando terreno in questo Paese.
Alcuni musulmani amano incontrarci. Con loro sperimentiamo che un dialogo spirituale è possibile, ciascuno approfondendo e condividendo la fede che lo abita. Non si tratta di un dialogo sui dogmi-verità della fede, ma più semplicemente sul movimento del cuore illuminato dalla fede. Esistono già numerosi fratelli e sorelle, cristiani e musulmani, che ci testimoniano i frutti dei loro incontri spirituali».
Così il vescovo di Costantine. Anch’io vivo momenti molto belli negli incontri con le persone di diverse categorie che bussano alla mia porta. C’è un grande bisogno di accompagnamento nei vari campi della vita e soprattutto di luce e di pace interiore.

 

La Basilica di Annaba, un faro per un cammino condiviso

Venerdì 2 maggio il cardinale Jean-Louis Tauran era a Annaba per la celebrazione dei 100 anni della Basilica di Sant’Agostino. Papa Francesco gli aveva affidato un messaggio per incoraggiare il dialogo tra cristiani e musulmani e per ringraziare le autorità algerine per aver contribuito ai recenti restauri della Basilica. Tiziana Campisi ha colto queste affermazioni del Cardinale.
«Sant’Agostino è un algerino… E che algerino! Unisce le due sponde del Mediterraneo, è un pensatore, un genio. Scrisse le sue pagine più belle di teologia mentre la sua città di Ippona era assediata e si prodigava per i rifugiati.
La Basilica, in un Paese prevalentemente musulmano, ricorda a tutti che siamo fatti per vedere Dio. I musulmani pregano in privato e in pubblico. I cristiani con la maestà di questa chiesa ricordino che lodiamo l’unico Dio e che siamo fedeli ai nostri doveri.
Nei pellegrinaggi si tessono rapporti umani molto più profondi che non a livello commerciale o turistico. Le chiese debbono essere sempre aperte per accogliere chi vuole trovare un po’ di silenzio per pensare, pregare, ricordare ai concittadini che l’uomo non vive di solo pane.
Il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso favorisce e coordina iniziative di dialogo e il dialogo non si fa a via della Conciliazione ma sul posto. In Algeria, il dialogo della vita è molto importante: vivere insieme, confrontati con gli stessi problemi, con le stesse difficoltà, come credenti. Dialogo dell’amicizia, conoscersi, amarsi vicendevolmente e fare un pezzo di strada insieme.
La Basilica è un faro… Le religioni non sono un pericolo, ma una fonte di pace e di comunione fraterna. La Basilica ricorda che non c’è futuro se non un futuro condiviso».