Ramadan

Vivendo tra i musulmani e con i musulmani, il Ramadan ti impegna non solo al rispetto e all’attenzione al fine di non mettere te stesso e loro in disagio, ma anche a quella che amo definire e sentire come “comunione”. Senti anche tu che, per chi vive pienamente il Ramadan, questo è un tempo di disciplina fisica e spirituale, di religiosità profonda e di comunione con tutti. Ti senti interrogato, invitato a farne parte, a desiderare di vivere la tua giornata vicina a Dio e al prossimo. È quanto esprime il mio vescovo Claude, che approfitta di tutte le occasioni per dire ai tanti amici che ci conoscono e ci amano che li sentiamo vicini e fratelli e li stimiamo proprio nel loro forte e profondo senso religioso e umano. Comune è il desiderio, la preghiera per la pace.
Che tutti sentiamo e che il Signore veda che siamo uniti in preghiera e ci esaudisca.

Vi traduco gli auguri inviati a tutti i nostri amici.
Auguri di buon Ramadan a tutti i musulmani e musulmane amici della nostra diocesi del Sud dell’Algeria.
Cari amici, mentre siamo nel cuore dell’estate, voi entrate nel mese sacro del Ramadan. A nome della comunità cattolica del Sud dell’Algeria, vengo ad assicurarvi del nostro profondo legame e offrirvi gli auguri di Santo Ramadan. Che Dio benedica le vostre famiglie. Che Dio sostenga il vostro digiuno e la vostra preghiera per rendervi più vicini a Lui e al vostro prossimo. Con voi innalziamo la nostra preghiera perché questo mese di privazioni e di festa riavvicini i cuori e porti la pace al nostro mondo là dove è più minacciata. Vi assicuriamo la nostra preghiera e la nostra amicizia. Che Dio Onnipotente e Misericordioso vi accordi un Ramadan buono e santo.

padre Claude Rault.
vescovo cattolico di Laghouat-Ghardaia (Sud Algeria)

Misericordia

Mia madre è morta giovedì 19 giugno all’età di 104 anni. Ero a Touggourt e con me c’era padre Alberto Sambusiti, appena giunto dall’Italia per prestare servizio religioso nella città del petrolio di Hassi Messaud. I miei amici algerini, appena informati, sono venuti a farmi le condoglianze secondo lo spirito di fede e di preghiera della loro religione: «Dio abbia misericordia di tua mamma».
Ho già partecipato a momenti di dolore per la morte di qualcuno e ho anche partecipato al seppellimento di qualche defunto. Le espressioni di condoglianze sono tutte di misericordia: «Dio abbia misericordia per il defunto, per i parenti, per tutti i partecipanti, per tutti!». Si percepisce un clima di misericordia e di benevolenza, che non viene solo da Dio, ma che si trasmette, ci unisce, ci consola e infonde speranza. Misericordia di Dio che diventa misericordia di noi umani.
In realtà, anch’io avevo bisogno di misericordia. Gli ultimi anni di mia madre non sono stati facili né per lei, né per i fratelli e le cognate, né per me. Non sempre era dolce come lo è normalmente una madre. Non sempre si è stati pazienti e teneri come si desiderava. Ora penso che non è partita come un vecchio armadio che si mette da parte. Con mio padre parlo spesso perché lo sento vivo. Anche con mia madre desidero avere lo stesso rapporto.
Il senso di misericordia che i musulmani mi hanno fatto sentire è stato per me una purificazione, un balsamo che mi permette di ricomporre tutta la realtà umana e spirituale dei membri della mia famiglia che continuano a vivere anche al di là della temporaneità.
Papa Benedetto, in un dialogo coi bambini, ha detto che per lui il Paradiso sarà ritrovare e continuare la gioia e la serenità di quanto ha vissuto nella sua famiglia sulla terra. «Eravamo un’anima sola e ci si nutriva di una gioia fatta di cose semplici e di un amore reciproco, forte. Un gusto di paradiso. Se cerco d’immaginarmi, il paradiso, lo penso come al tempo della mia giovinezza: eravamo felici. Andando nell’altro mondo, spero di ritornare a casa».
Sono riconoscente ai miei amici musulmani, che mi hanno aiutato, con la loro testimonianza sulla misericordia, a dare un senso pieno al passaggio della persona cara da questo mondo a quello del “cielo”.