Padre Alberto Sambusiti è arrivato a Touggourt domenica 16 giugno, dopo 11 ore di autobus da Algeri. Venerdì scorso l’ho accompagnato ad Hassi Messaud e ieri l’ho lasciato accanto al santuarietto di Nostra Signora delle Sabbie dove abitano le Missionarie dell’Immacolata e dove vi è un container bene adattato come sua abitazione. Tutto così in fretta? Papa Francesco vorrebbe una litania nuova per la Madonna: “Nostra Signora della fretta”. Infatti, si era messa in viaggio di fretta per incontrare Elisabetta e condividere con lei la gioia della comune maternità. Lo stesso, lo abbiamo vissuto qui, coi nostri segreti nel cuore, e ora siamo in buona compagnia, presente anche lei, Maria.
Anche lui si è mosso in fretta. Lasciando la sua missione in Costa D’Avorio aveva già programmato la partenza per il 12 giugno, nonostante il tempo del grande caldo. Infatti siamo già a 40/45 gradi.
Ma tutto si è svolto bene, in modo straordinario, miracoloso. Visto ottenuto senza problemi, viaggi e soprattutto incontri magnifici. Nei giorni passati a Touggourt, oltre alle Piccole Sorelle, gli amici in mezzo ai quali vivo, hanno fatto sentire a padre Alberto la loro fratellanza.
Ad Hassi Messaud, gli operai stranieri e algerini del petrolio l’hanno accolto e hanno pregato insieme. Una settimana è bastata per inserirlo in un mondo nuovo e lasciarlo andare per il suo cammino di incontri, dialogo, amicizia e preghiera.
Sta di fatto che ci conoscevamo già bene in Camerun. È persona di grande esperienza. Qui non avrà le folle di cristiani camerunesi o ivoriani, ma sa bene l’importanza dei piccoli gesti d’amore. Ha già gustato il vento di sabbia e del grande caldo ha detto: «L’ho già gustato in Camerun».
Ringrazio il Signore per questo arrivo e per la sua presenza, proprio quando ricevevo la notizia della morte di mia madre, partita per il Paradiso venerdì 19 giugno. L’ho introdotto e accompagnato. Ora parto veramente contento per un po’ di riposo in Italia. Che Nostra Signora delle Sabbie abbia fatto qualcosa?
Archivio mensile:Giugno 2013
Il vecchio cammello non è più solo
Oggi mi raggiunge padre Alberto Sambusiti.
Eravamo insieme in Camerun, poi io sono venuto in Algeria e lui andò in Costa d’Avorio. Il superiore generale padre Zanchi, ora emerito, gli ha chiesto se era disponibile per l’Algeria. Ha risposto: «Sì», come fanno tanti “pimini” quando il soffio dello Spirito chiama. Non solo…
Il Pime maschile ne ha scelto un altro che si preparera e ci raggiungerà. Il Pime femminile preparerà altre tre suore per aprire un’altra sede di servizio nella diocesi di Oran. È segno che il Signore continua ad amare gli algerini. Il perché lo sa Lui… Un po’ lo sappiamo e lo sentiamo anche noi!
E un po’ anche voi che continuate a credere, a pregare e ad amare il lavoro dello Spirito.
In Camerun qualcuno mi ha definito “L’elefante grande” perché avevo aperto la strada a molti missionari e missionarie e in foresta e in savana. Ora sono diventato “Il vecchio cammello” che suggerisce piste nuove.
Ci sono alcuni “elefantini” del Camerun che mi scrivono. Diventeranno “piccoli cammelli”?
Carissimi, restiamo uniti e disponibili alle sorprese dello Spirito.
Avete letto il libretto Rose del deserto? Alcuni amici l’hanno trovato bello. Lo potete chiedere alla libreria a voi vicina. Mia madre va verso i 104 anni. A fine giugno sarò in Italia. Il 3 agosto sarò a Crespano del Grappa per una conferenza: “Ero straniero e mi avete riconosciuto”. A prestissimo!