La Chiesa si impegna nella nuova evangelizzazione e il Papa indice l’Anno della Fede. Si tratta di ritrovare Gesù, di viverlo, di testimoniarlo.
Già nel 1977, così scriveva Joseph Ratzinger: «La Grande Chiesa non può né crescere né prosperare se le si lascia ignorare che le sue radici si trovano nascoste nell’atmosfera di Nazareth. Prima della ricerca accademica, Charles de Foucauld ha incontrato il vero “Gesù storico” e aprì così una nuova via per la Chiesa. Fu per la Chiesa una riscoperta della povertà. Nazareth ha un messaggio permanente per la Chiesa. La Nuova Alleanza non comincia nel Tempio, né sulla Montagna Santa, ma nella piccola casa della Vergine, nella casa del lavoratore. In uno dei luoghi dimenticati della “Galilea dei pagani”, dalla quale nessuno aspettava qualcosa di buono. Solo partendo da lì la Chiesa potrà prendere un nuovo slancio e guarire. Non potrà mai dare la vera risposta alla rivolta del Novecento contro la potenza della ricchezza se, nel suo stesso seno, Nazareth non è una realtà vissuta».
La Chiesa deve ritornare a Nazareth per ritrovare la forza di camminare. Gesù non rimase a Nazareth.
Charles de Foucauld pensava di aver trovato finalmente Gesù, ma è proprio a Nazareth che capì la sua vocazione e la capì restando fisso meditando Gesù. Nel 1896 durante la sua prima esperienza nella trappa sentiva tre vocazioni e le volle viverle tutte e tre. Aveva scritto: «Niente è più perfetto dell’imitazione di una delle tre parti della mia vita, Nazareth, la quarantena, la vita pubblica…
La vita di Nazareth, è la mia vita, quella della Santa Vergine e di San Giuseppe… La vita della quarantena sul deserto, è la mia vita, quella di Giovanni Battista… La vita del ministero, è la mia vita, quella di Pietro e di Paolo, degli apostoli e di San Francesco d’Assisi… Stessi effetti, prodotti dalle stesse cause… Lo Spirito che ha spinto queste anime è quello che ti spinge».
E Charles si mise in cammino…
Una cinquantina d’anni prima, il Beato Giovanni Mazzucconi, del primo gruppo di missionari del Pime – che poi morì ucciso in Oceania – aveva scritto: «Che importa poi se il sole avanzandosi, mentre abbronzò la faccia del missionario e lo sferzò del ministero faticoso, appena poté vide pure il solitario, raccolto ai piedi di un altare, silenzioso con la pupilla estatica? Che importa? Uno solo è il pensiero dei santi, una sola ed uguale la forza, la gioia del missionario, del cenobita, del parroco: Dio! Dio la loro vita, perché la loro meditazione. Che importa in quale parte del mondo si consumino i giorni della prova? Noi siamo uniti perché uno solo è il centro a cui si corre: Dio».
Piccola Sorella Magdeleine, dopo aver viaggiato e disperso le Piccole Sorelle in tutto il mondo, scrisse: «È il Signore che ha fatto tutto presso di me. Niente è impossibile a chi crede. Niente è impossibile a chi ama. Come lo diceva Fratel Charles : “Gesù è il Signore dell’impossibileӻ.
La Chiesa vive a Nazareth, sui deserti e tra i Gentili della Galilea del mondo… con Gesù nel cuore.
Caro padre ,
Ringrazio Dio… che lei abbia pubblicato questa meravigliosa meditazione e ringrazio Dio che oggi, dopo molto tempo, mi abbia spinta a tornare a far visita al suo blog!
Da tempo sento in me l’incertezza di più vocazini…
Non ce la faccio più a rompermi “testa” e a sondare il cuore per capire..
ma alla fin fine che importa?
… sto cercando davvero Dio? Sto lasciando fare a Gesù… tutto in me, presso di me?
Chieda anche lei a nostro Signore che io possa lasciar agire sempre più Gesù nel mio cuore
perchè il Suo Amore mi muova e mi guidi..
Un affettuoso, fraterno abbraccio in Cristo!
Chiara..
la rosa dei venti