Alla ricerca dei germi del Verbo

Leggo spesso nella rivista Mondo e Missione i frutti della passione dei missionari che penetrano nelle culture dei popoli alla scoperta dei semi di verità e di vita. Nel numero di maggio, c’è l’interessante articolo “Il missionario e il Samurai” con l’intervista a padre Luigi Soletta del Pime, che ha dedicato una vita a tradurre classici della letteratura giapponese (http://www.missionline.org/index.php?l=it&art=4595

).
Una via di evangelizzazione tanto originale quanto faticosa. Ma anche ricca di sorprese…
Egli dice: «All’indomani del Vaticano II, noi missionari abbiamo capito chiaramente che ci dovevamo “buttare” in modo nuovo e approfondito nel dialogo con i non cristiani. … Il titolo del mio libro,  Il sole che sorge a mezzanotte, ripropone una frase di un monaco zen. Per me è l’immagine-simbolo dell’illuminazione che si raggiunge dopo un lungo cammino di ascesi e di meditazione. Penso la si possa considerare come uno dei “germi del Verbo” presenti nelle religioni non cristiane».
Anch’io ho avuto i miei momenti di gioia quando cercavo di penetrare nelle culture toupouri e guiziga del Nord del Cameroun e vedevo la gioia della gente quando si cercava insieme di capire più in profondità i valori di alcuni loro riti, espressioni, proverbi, ecc.
Più penetri nella conoscenza dell’altro e più scopri i valori e i sentimenti comuni. C’è un solo Verbo che parla ancora… ovunque… in tutti!

Contro l’odio l’arma della preghiera

Leggo su Missionline: Qual è la risposta cristiana all’odio e alla violenza? Certo la denuncia della persecuzione e la lotta per la tutela dei propri diritti. Ma, prima, ci ha ricordato di recente Papa Benedetto XVI, viene la preghiera. Sull’esempio della primitiva comunità cristiana. All’udienza generale del 18 aprile il Papa, commentando un brano degli Atti degli apostoli, disse: «Che cosa chiede a Dio la comunità cristiana in questo momento di prova? Non chiede l’incolumità della vita di fronte alla persecuzione, né che il Signore ripaghi coloro che hanno incarcerato Pietro e Giovanni; chiede solamente che le sia concesso “di proclamare con tutta franchezza” la Parola di Dio (cfr. At 4, 29), cioè prega di non perdere il coraggio della fede, il coraggio di annunciare la fede. Prima però cerca di comprendere in profondità ciò che è accaduto, cerca di leggere gli avvenimenti alla luce della fede e lo fa proprio attraverso la Parola di Dio, che ci fa decifrare la realtà del mondo».
Sulla scia delle parole del Papa, a seguito delle recenti e gravissime violenze di cui sono stati vittime i cristiani in Nigeria e in Kenya, il cardinale Angelo Scola, nei giorni scorsi ha detto: «I fedeli ambrosiani partecipano alla sofferenza delle Chiese perseguitate in tutto mondo, con la preghiera, l’affetto e la partecipazione al dolore delle famiglie e della comunità così duramente colpite». E ha aggiunto: «Questi cristiani non siano oltraggiati, oltre che dalla barbara uccisione, anche con il silenzio e l’indifferenza. (…) In ogni comunità della Diocesi e nella preghiera personale dei cristiani non manchi il ricordo delle vittime e di chi è così duramente provato. La fede della nostra Chiesa sia ravvivata dalla testimonianza di tanti cristiani che pagano con la vita l’amore per Cristo Gesù».